Una breve descrizione su ciò che ormai ci pare scontato e normale.
Molti immaginano internet come una struttura omogenea, una singola rete, in realtà non è così. Le reti sono tantissime, milioni di reti, ognuna completamente autonoma.
Ma se Internet non è un’unica rete, perché la chiamano “la rete”? Apparentemente pare una contraddizione perché in pratica si comporta come se fosse una rete unica; e di fatto è un unico sistema, continuo e intercomunicante. Importante capire che questo sistema è policentrico, non ha un “governo” centrale; non solo ogni rete, ma ogni operatore è libero e indipendente.
Oggi, in pratica, internet è un sistema che permette di collegarsi con qualsiasi persona, organizzazione o “sito” che abbia un indirizzo su una delle tantissime reti connesse; e così facendo svolgere una delle tante attività diverse consentite non solo dalla tecnologia, ma soprattutto dai servizi che vengono messi a disposizione.
Soprattutto, questo sistema permette a ognuno di noi di trasmettere informazioni, idee e opinioni; non solo di riceverle. Siamo tutti, contemporaneamente, spettatori e protagonisti: il sistema ci permette di essere davvero, e totalmente, interattivi.
Il sistema funziona su scala planetaria; non ha sede geografica, né confini. Si suddivide in comunità che non dipendono dal luogo fisico ma sono definite per aree di interesse e di argomento e per la natura dello scambio, dalla libera scelta di tutti coloro che usano il sistema.
Come funziona
La struttura del sistema è tale che la sede fisica del “sito” con cui ci si collega è irrilevante: in pratica non c’è alcuna differenza, né funzionale, né di costo, fra collegarsi con un “sito” (o un utente) a pochi metri di distanza o all’altro capo del pianeta. È anche costruito in modo che non ci sia un singolo percorso da un punto all’altro del sistema, ma che fra i nodi ci siano molti diversi percorsi possibili e il sistema possa scegliere, secondo la situazione, la strada più adatta.
Sistema
Sistema
Rete
centralizzato decentralizzato
distribuita
Questa rappresentazione grafica è tratta dall’interessante libro di Katie Hafner e Matthew Lyon Where Wizards Stay Up Late – The Origins of the Internet (Simon & Shuster, 1996).
Come sopra rappresentato esistono almeno tre tipi di sistemi di rete. Internet è una rete distribuita.
In un sistema centralizzato, tutti i segnali passano da un unico punto (sono le reti aziendali). In un sistema decentralizzato, un punto “vicino” può essere raggiunto attraverso un nodo periferico, ma un punto “remoto” può essere raggiunto solo passando dal centro (evidentemente la “distanza” non è determinata tanto dallo spazio fisico quanto dalla struttura del sistema). In una rete distribuita, l’informazione può percorrere molte strade diverse e scegliere in ogni momento il percorso più adatto per arrivare a destinazione, indipendentemente dalla distanza. Questo è il modello su cui si basa la struttura di internet.
Le trasmissioni via internet avvengono con un sistema “a pacchetti” per cui ogni messaggio viene scomposto in parti che viaggiano separatamente e vengono ricomposte all’arrivo.
Una tecnologia chiamata TCP/IP (Transmission Control Protocol – Internet Protocol) permette a tutti i sistemi connessi di interagire fra loro, senza una “gerarchia” rigida: cioè ogni “nodo” connesso può raggiungerne un altro scegliendo percorsi diversi secondo la situazione. Nel caso che un nodo intermedio non sia accessibile in quel momento, la comunicazione arriverà per un’altra via all’indirizzo stabilito (questa flessibilità rende il sistema più simile a una macchina analogica, come il cervello umano, che a un computer).
Si può usare una metafora per capire meglio il meccanismo di interscambio di tutti gli oggetti disponibili in internet, siano essi oggetti di tipo testuale, immagini, audio, video, programmi, eccetera.
Immaginiamo di essere un’azienda e di voler spedire un centinaio di pacchi di qualche nostro prodotto ad un cliente che ne ha fatto richiesta. Ebbene, il nostro magazzino (il computer) prepara i cento pacchi come richiesto dallo standard apponendo su ogni pacco l’indirizzo di destinazione del nostro cliente. Questi pacchi verranno successivamente consegnati ad un corriere (TCP/IP) il quale si occuperà di far arrivare quei cento pacchi al nostro cliente. Non è importante per noi sapere come il corriere farà viaggiare quei pacchi, potrà inviarne alcuni per via aerea, altri in nave, altri ancora in treno o con altri mezzi. L’importante è che arrivino tutti e che qualcuno presso il corriere di destinazione riconosca quei pacchi (TCP/IP), li separi dagli altri e li porti a destinazione presso il nostro cliente tutti assieme. Il nostro cliente avrà il compito di aprire tutti i pacchi ricevuti (computer del destinatario) per l’uso richiesto. Dentro quei pacchi ci può essere del testo, delle immagini, dell’audio, dei video, eccetera.
Può capitare, anche abbastanza spesso, che qualche pacco non arrivi a destinazione per svariati motivi. In quel caso il nostro cliente può richiedere la rispedizione dei pacchi mancanti. Se ne occupa direttamente il computer del cliente a richiedere al corriere la ri-spedizione dei pacchi mancanti.
Come è immaginabile il meccanismo è molto più complesso rispetto alla banale metafora ma il principio è esattamente questo.
Esiste una gerarchia internazionale di organizzazioni il cui compito è definire i cosiddetti domini internet, cioè il sistema su cui si basano gli indirizzi; punto it, punto com, punto net, eccetera.
C’è un limite tecnico allo sviluppo della rete, perché la potenzialità quantitativa del “protocollo” TCP/IP (il fantomatico corriere), anche se enormemente grande rispetto alle esigenze che si potevano immaginare vent’anni fa, non è infinita. Si stanno elaborando le soluzioni tecniche necessarie per superare il limite.
La struttura fisica della rete è ancora basata in larga misura sui cavi. Questo utilizzo continuerà, ma (come nella telefonia) ci sarà molto probabilmente una forte crescita delle comunicazioni “via etere”, soprattutto con l’uso dei satelliti e delle reti wireless (5G).
La ricerca di dati e informazioni
L’esplorazione di database, cioè la ricerca di notizie, informazioni e documentazione su un argomento che si desidera approfondire, è l’aspetto di cui più comunemente si parla, ma non è l’unica funzione di internet. Il metodo più diffuso, e oggi anche il più pratico, da qui il nome di World Wide Web (ma è importante sapere che non è l’unico). Naturalmente la definizione abituale di “banca dati” è impropria; sulla rete non si trovano solo “dati” ma informazioni di ogni genere, come già detto, e su ogni argomento, commenti, opinioni, eccetera.
La ricerca può avvenire in tre modi.
1. Possiamo già conoscere l’indirizzo (perché qualcuno ce l’ha segnalato, perché l’abbiamo letto su un giornale, una rivista, un catalogo, o frutto di ricerca). Spesso possiamo trovare una segnalazione di “siti” interessanti nei nostri scambi di corrispondenza personale o nella nostra partecipazione a gruppi di dialogo e discussione in rete.
2 – Possiamo usare i link, cioè le connessioni che molti siti offrono ad altri di argomento analogo (o che, per qualsiasi motivo, il gestore del sito o l’autore di un testo considera interessanti). Il link ci permette di passare direttamente al nuovo sito quasi senza accorgercene: la nuova connessione si presenta come se fosse una pagina di quella dove eravamo.
3. Possiamo usare uno dei molti repertori o “motori di ricerca” (Google, Yahoo, ecc.) cioè servizi che permettono una ricerca per argomento e ci forniscono gli indirizzi (e i link) ai “siti” dove quell’argomento è trattato.
Oltre a cercare dati e informazioni, è possibile anche prelevare programmi, musica e video, ascoltare radio e visualizzare la tv (ormai la tv è sempre più via internet). I sistemi di telefonia odierni sono quasi interamente veicolati via internet; i famosi ed efficientissimi centralini virtuali. Fino a permettere a diverse persone di svolgere il loro lavoro d’ufficio direttamente da casa propria (lavoro remoto o anche impropriamente chiamato smart working).
La “posta elettronica”
L’uso fondamentale di internet (prima ancora della ricerca di dati e informazioni) è la “posta elettronica” o e-mail. Oltre a offrire una serie di vantaggi pratici, cosa molto meno di qualsiasi altro mezzo di comunicazione: non solo del telefono o del fax, ma anche della posta ordinaria. Con uno o due minuti di collegamento telefonico urbano possiamo spedire e ricevere decine o centinaia di messaggi, da e per qualsiasi destinazione in tutto il mondo. Lo stesso messaggio può essere mandato contemporaneamente a quanti indirizzi vogliamo.
Un altro vantaggio importante dell’e-mail è che non ha orario; possiamo scrivere quando vogliamo, senza disturbare come faremmo con il telefono; la persona a cui scriviamo leggerà se e quando vorrà e ci risponderà nel momento che lo riterrà più opportuno. (Uno degli errori in cui si cade facilmente in rete è aspettarci sempre una risposta immediata. È vero che il nostro messaggio, se non trova qualche intoppo nella rete, arriverà quasi subito nella “casella postale” del destinatario (l’efficienza del corriere TCP/IP è straordinaria); ma non è detto che quella persona legga subito la posta, né che abbia sempre il tempo di rispondere).
E in più… avere un proprio “sito”
Specialmente dopo la nascita della World Wide Web, è diventato “facile” per tutti proporsi con un proprio “sito” sulla rete. Le tecnologie web sono oramai di facile uso; i costi sono limitati e molti specialisti offrono ai loro utenti la possibilità di collocare una propria “vetrina” sulla rete (la cosiddetta home page).
Se da un lato questo rende ancora più interattivo tutto il sistema, dall’altro ha incoraggiato una moltiplicazione di “siti” e di pagine che spesso non hanno altro motivo di esistere se non il privato divertimento di chi li crea, e anche quel tocco di esibizionismo che si annida in molte persone….
Che cosa occorre avere
Molti possono accedere a internet quasi “senza saperlo”, se sono già collegati a una rete (per esempio una intranet aziendale) che a sua volta è connessa al sistema internet. Oppure ormai oggi tutti i fornitori di connettività mobile offrono la possibilità oltre che di telefonare anche di navigare in internet.
Per usare internet ormai servono davvero poche e semplici cose:
1. Un computer o uno smartphone.
2. Un software di comunicazione denominato Browser (letteralmente sfogliatore….di pagine).
3. Un sistema che ci consenta di collegarci alla rete internet denominato router (instradatore). Sistema fornitoci da un provider di servizi internet tra i tanti reperibili ovunque. Questo punto ovviamente è a pagamento.
Il provider di servizi o abbreviato in ISP (Internet Service Provider) acquista da un fornitore (generalmente la compagnia telefonica principale) uno o più collegamenti, di dimensioni e velocità adeguate al numero di utenti che intende servire, cioè noi; predispone le macchine e il software necessari per connettersi a internet (oppure, per dare un servizio locale, si appoggia su un provider più grande, con cui stabilisce una connessione); e vende “al dettaglio” a noi cittadini il servizio di connessione alla rete.
Il software di comunicazione, i cosiddetti browser servono per la navigazione web (Chrome, Firefox, Explorer, Safarima, ce ne sono molti altri minori). Anche in questo campo l’evoluzione è continua; oggi è possibile, con un unico programma, svolgere tutte le funzioni di navigazione (anche se non è detto che sia questa la soluzione migliore).
La tela (World Wide Web)
Una profonda rivoluzione nella rete è stata portata nel 1994 (in Italia, un anno dopo) da una nuova tecnologia, basata sul protocollo HTTP (Hyper-Text Transfer Protocol) e sul linguaggio “ipertestuale” HTML (Hyper-Text Markup Language), chiamata World Wide Web, o www, o the Web, la ragnatela. Questa tecnologia era stata concepita nel 1990 da Tim Berners-Lee del CERN di Ginevra (il laboratorio europeo per la fisica delle particelle) come un sistema più efficiente di comunicazione per la comunità scientifica. Ma pochi anni dopo ebbe una diffusione che nessuno, compreso il suo inventore, aveva immaginato.
Tale è stato il successo di questa innovazione che oggi sembra essere “solo quello” il volto dell’internet. Molti nuovi utenti non conoscono la rete se non attraverso un browser (il primo della storia fù Mosaic) con cui si accede ai “siti” www, che ormai sono diversi milioni. Nulla di male, perché la tecnologia è solida, l’interfaccia è di facile uso, i browser si arricchiscono di nuove funzioni, e con un po’ di attenzione si scopre che è possibile accedere, anche per quella via, a tutti i sistemi e servizi connessi a internet.
Ma (come non mi stancherò mai di dire) le tecnologie passano, l’umanità resta. Ciò che conta è quel sistema di relazioni e scambi fra persone. Trincerarsi dietro uno schermo o uno smartphone pensando di essere anonimi e quindi prenderci il lusso di insultare o postare oscene amenità, significa mancanza di rispetto verso gli altri e nuoce prima di tutto a chi le pubblica.
Marco Cavallo