Servizi digitali in abbonamento mangia soldi: ecco cosa fare

Può accadere che il consumatore navigando su internet tramite smartphone, cliccando involontariamente su qualche banner pubblicitario, attivi sul proprio numero dei servizi in abbonamento, il cui costo è davvero esorbitante (almeno 5 euro a settimana).

Quest’ultimi, conosciuti anche con l’acronimo VAS (Servizi a Valore Aggiunto), sono servizi digitali, contraddistinti dai contenuti più disparati (attualità, cucina, oroscopo, immagini, suonerie, videogame), che, a totale insaputa del consumatore, compaiono sui cellulari. Nella maggior parte delle ipotesi, all’attivazione dell’abbonamento seguirà un SMS che certificherà l’avvenuta registrazione dell’utente al servizio, e quindi l’inesorabile ed immediata riduzione del credito. Ma non finisce qua, poiché è necessario sottolineare che dal tranello dei “servizi mangia credito” gli operatori telefonici incassano sorprendentemente una quota del denaro addebitato sui conti telefonici degli ignari utenti. Tale fenomeno diventa ancor più allarmante d’estate, infatti nei periodi di vacanze la quota di traffico internet aumenta considerevolmente sulla telefonia mobile generando le spiacevoli vicende sopraesposte.

Che fare allora per difendersi da questo meccanismo? L’unica soluzione è quella di disattivare tali servizi. Evidente e palese è la violazione dell’art. 67 quinquiesdecies del Codice del Consumo che statuisce che” Il consumatore non è tenuto ad alcuna prestazione corrispettiva in caso di fornitura non richiesta”. Per di più lo stesso Codice stabilisce che, oltre al consenso all’acquisto, l’utente deve ottenere anche una spiegazione chiara e precisa di quanto ottenuto e dei relativi costi. Pertanto è indiscutibile che un click involontario non possa giustificare l’attivazione di tali servizi.

Da ciò deriva l’evidente possibilità del consumatore di disattivare gli abbonamenti non richiesti ottenendo anche il rimborso di quanto perduto. A tal fine è necessario rivolgersi tempestivamente al servizio clienti della propria compagnia telefonica, la quale, tenuta a rimborsare l’utente del denaro indebitamente sottratogli, procederà a disattivare il servizio incriminato inserendolo all’interno di una Black list, in modo tale da evitare ulteriori seccature.

Di seguito si segnalano i numeri delle maggiori compagnie telefoniche per contattare gli operatori per la risoluzione del problema:

Vodafone: 190

TIM: 119

Wind: 155

Tre: 133

PosteMobile: 160

Illiad: 177

In questo contesto, al fine di garantire una maggiore tutela ai consumatori con riguardo ai servizi VAS, è stato approvato con delibera n. 108/19/CONS, pubblicata il 12 aprile 2019, un nuovo regolamento dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM), che introduce il Codice di Condotta per l’offerta dei Servizi Premium (Casp 4.0). Tra le maggiori novità apportate vi è il miglioramento del design delle pagine di attivazione, in modo tale da migliorare la trasparenza delle informazioni. Inoltre il rimborso non sarà riconosciuto se l’attivazione verrà considerata consapevole sulla base dei seguenti requisiti: sussistenza dei log di acquisto o di attivazione; sussistenza, nel caso di servizi in abbonamento, del doppio click del cliente sui tasti “CLICCA E CONFERMA” e “CLICCA E ABBONATI” o, nel caso di acquisto singolo, del doppio click del cliente sui tasti “CLICCA E CONFERMA“ e “CLICCA e ACQUISTA”; invio dell’SMS informativo di attivazione/acquisto (cosiddetto Welcome SMS), per i servizi in abbonamento.

Contrariamente, se non dovesse essere accertata la consapevolezza nell’acquisto, la richiesta di rimborso dovrà essere considerata legittima.

Per ogni necessità restiamo a disposizione. Chiamateci al tel. 04321721212 oppure al cel. 3473092244 oppure scriveteci una e.mail a info@consumatoriattivi.it

Dr. Mattia Zuccolo

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