La sentenza 00879/2020 del Consiglio di Stato che riguarda Vodafone mette chiarezza nella annosa e tormentata vicenda della fatturazione a 28 gg. che le società telefoniche TIM, Vodafone e Wind avevano messo in atto a partire dal 2015.
La prima pronuncia Agcom era del marzo 2017 ed obbligava le società telefoniche a ripristinare la fatturazione su base mensile. Tale prescrizione però non ha avuto alcun corso in quanto le telco, ivi compresa anche Fastweb hanno mantenuto tale fatturazione. Il periodo in cui avrebbero dovuto riprendere la fatturazione su base mensile sarebbe dovuto partire dal 23 giugno 2017 ma ciò non è avvenuto. Con ulteriori 4 Delibere sono state multate le telco di fatto inadempienti, imponendo lo storno ed il rimborso dei giorni indebitamente erosi. Ma il ricorso al Tar aveva bloccato la situazione. La legge 127/2017 decretava l’obbligo per le società telefoniche e per le pay-tv della fatturazione su base mensile.
Nel novembre 2018 interveniva anche il Tar del Lazio che agendo sul pregresso cancellava la multa di 1,16 milioni di euro ma riconosceva agli utenti un bonus di giorni con un meccanismo di ripristino. Seguiva un ricorso delle telco al Consiglio di Stato che di fatto dimezzava la sanzione alle società telefoniche stabilite dall’Autorità e nello stesso tempo confermava l’obbligo del rimborso automatico a tutti gli utenti.
La sentenza del Consiglio di Stato ha rafforzato la delibera dell’Agcom che obbligava il rimborso dei giorni indebitamente erosi con una misura operativa automatica in fattura per milioni di utenti senza necessità dover procedere ad alcuna richiesta. Il Consiglio di Stato chiarisce che l’Agcom ha messo in atto “lo strumento della tutela indennitaria automatica di massa a favore di ciascun utente, a fronte di violazioni generalizzate che pregiudicarono una moltitudine di utenti mediante un’unica e identica condotta da parte dei più rilevanti operatori di telefonia” ed ancora “l’indennizzo non impone alcuna erogazione patrimoniale né in denaro, né in servizi, né in alcunché d’altro che non sia, da un lato, il mero riallineamento (ovviamente d’ufficio) della cadenza mensile di fatturazione e, dall’altro, il conseguente conguaglio (sempre d’ufficio) per il disallineamento cagionata da una fatturazione a cadenza diversa.”
Anche l’Antitrust si è pronunciata giorni fa sanzionando le telco con una multa 228 milioni per il ritorno alla fatturazione su base mensile per gli aumenti imposti ravvisando di fatto l’esistenza di un cartello fra le società telefoniche.
Un grande traguardo per i consumatori che ora chiedono che si faccia presto a rimborsare quanto indebitamente pagato senza ulteriori procedure.
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Raffaella Bizzozero