Che la class action americana funzioni e quella ideata dal legislatore italiano è agli occhi di tutti. Anzi, ormai sono moltissimi i casi nei quali in Italia è stato invocato questo strumento dai consumatori, dalle loro associazioni ma anche da studi legali, ma nulla ne è seguito. Costi elevati per avviarla, una norma scritta male e che si presta a numerose interpretazioni che portano il più delle volte o a rendere inammissibile l’applicazione dell’istituto oppure a ridurne di gran lunga gli effetti e molti soggetti che utilizzano il termine class action non appena salta fuori un caso seriale al solo fine di attrarre più gente possibile, relegandola poi solo ad una mera enunciazione…questo è quello che ha portato già da diversi anni le associazioni dei consumatori ma anche alcune forze politiche a proporre una riforma dell’istituto per renderlo uno strumento efficace per la tutela dei consumatori, parte debole, sul mercato, contro aziende multinazionali senza scrupoli. Non serve molto per comprendere come tutti questi sforzi di miglioramento siano falliti anche a causa di lobbies parlamentari che non hanno nessuna volontà di far avere all’Italia uno strumento di “democrazia giudiziaria”. Così i risparmiatori traditi, i consumatori coinvolti nel caso Diselgate, quelli interessati dal caso Cambridge Analytica e via andare restano letteralmente ostaggio di una norma che ha solo la funzione di illudere il cittadino italiano di avere uno strumento che invece ha motissime possibilità di trovare applicazione. Da qui si parte e dallo scandaloso fatto che in America i consumatori coinvolti dal caso Volkswagen hanno già ottenuto risarcimenti per oltre 25 miliardi di euro a fronte dei 5,5 milioni di euro ottenuti dai cittadini europei. Così in questi giorni la Commissione europea ha presentato la bozza di una direttiva definita “New Deal” che si arrogherebbe la funzione di apprezzare ulteriori e diverse tutele per il consumatore al fine di riequilibrare la sua posizione di debolezza nel mercato prevedendo una class action europea e nuove tutele sull’online. La nuova class action sarebbe proponibile da parte di organizzazioni dei Cittadini e Consumatori, e non da parte di studi legali, e verrebbe introdotta attraverso una disciplina uniforme in tutti gli Stati membri della UE. Che sia finalmente la svolta nella tutela dei consumatori oppure l’ennesima fumata bianca? Noi seguiremo passo passo il tema anche in sinergia con le autorità europee e gli studiosi della materia continuando a dare il nostro contributo allo studio ed alla crescita dei diritti del consumatore europeo attraverso gli audit sui vari temi a cui abbiamo già partecipato negli scorsi mesi.
Immagine tratta da: The Rainmaker – L’uomo della Pioggia – 1997 di Francis Ford Coppola – Paramount