Autoconsumo: sfruttare una superficie, possibilmente di proprietà, per posizionare pannelli fotovoltaici e soddisfare le proprie esigenze energetiche.
Banalmente diventare indipendente tramite sistemi di accumulo di energia o parzialmente produttore di elettricità da immettere in rete elettrica.
Non esiste unicamente il fotovoltaico, l’energia ha diverse modalità di generazione, ma noi ci vogliamo concentrare su di esso.
Bollette alle stelle, prezzi di materiali ed apparati, bonus, finanziamenti europei, statali e regionali ingolosiscono ed inducono il consumatore ad approfittare del momento, prospettandogli una convenienza, un risparmio o un ritorno economico a medio lungo termine.
Dal 2010 al 2014 questi investimenti portano il fotovoltaico a fare un balzo dal “nulla” al 7% del fabbisogno elettrico nazionale. Nel 2021 arriviamo all 8,7%.
Un contributo annuale di 25.000 GWh Italia di cui 600 GWh in Friuli-VG.
L’incremento in regione vede dal 2010 al 2014 l’incremento dei GWh prodotti da 44 a 500.
Ad oggi le “necessità“ elettriche regionali sono di circa 10.000 GWh. I 600 GWh friulani sono il 6%.
Non tanto, ma certamente un aiuto al totale energetico.
In regione gli impianti fotovoltaici domestici, con una potenza inferiore ai 12KW, si stanno moltiplicando. I classici impianti chiavi in mano, a settembre 2022, sono 37.565.
Un raddoppio, rispetto agli anni precedenti, della tipologia di installazioni che permette di associare un sistema di accumulo (batterie), compensando, parzialmente, la intermittenza giorno/notte.
Prezzi
Chiunque voglia installare un impianto fotovoltaico oggi, vede il prezzo del Watt da pannello solare fortemente ridotto rispetto a 10 anni fa. € (o $) al W (costo su potenza) sempre più contenuto.
Il prezzo dei PV sono scesi dai 100 ai 0,38 $/W in 50 anni. Se nel 1976 un pannello costava 100.000 € e veniva installato sui satelliti, oggi costa 300 € e viene posizionato sui tetti delle case.
Tecnologia ed efficienza migliorata, gli attuali pannelli dopo 20 anni mantengono l’85% della propria capacità energetica e sono riciclabili al 100%.
Dopo un anno di utilizzo hanno recuperato l’energia spesa per la propria produzione.
Ma anche batterie, inverter, tutti gli elementi che costituiscono il classico impianto, hanno costi ormai accessibili. Se non fosse per gli ultimi eventi bellici questo trend continuerebbe.
Purtroppo bisogna dire che materiali ed elementi costitutivi di un impianto (Pannelli, batterie, inverter..) provengono principalmente da un unico paese fornitore. Indovinate qual è?
Questo ci rende dipendenti e quindi ricattabili.
L’Europa vuole invertire questa logica di mercato creando una filiera e riportando progettazione e produzione in casa. La Cina e le sue quinte colonne europee, le sue affabulazioni e le sue minacce mercantili, sono o da ostacolo a queste iniziative.
Autoconsumo
Anche in presenza di un impianto fotovoltaico, rimane comunque la difficoltà di immagazzinare energia per poterla riutilizzare in un secondo momento.
Metterla in rete? Certo, aumentando la frazione di produzione fotovoltaica a scapito della termoelettrica (gas, carbone, petrolio) ed averne un beneficio indiretto e limitando, nelle ore di luce la componente inquinante ed extraeuropea.
In attesa che inventino l’elettricità in bottiglia, per sfruttare e favorire appieno le potenzialità del sistema dovremmo cambiare le nostre abitudini; banalmente massimizzare i consumi elettrici durante le ore del giorno. elettrificare al massimo gli apparati che utilizziamo con i corrispettivi: induzione, pompe di calore, mezzi elettrici.
Il pianeta evoluto si sta muovendo in quella direzione.
Un esempio di autoconsumo:
Malga Tuglia
https://thewritersmountainhut.com/piani-vas-malga-tuglia-rifugio-chiampizzulon/
https://thewritersmountainhut.com/malga-tuglia-da-cima-sappada/
Una bellissima realtà estiva delle montagne carniche sovrastata dal monte Tuglia, soddisfa con una trentina di pannelli (una decina di KW) le necessità turistiche e produttive per 4 mesi all’anno
Un ultimo dato sull’autoconsumo in regione.
Pochetto…
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