Sostegni alle attività sportive, Quali?

bonus per collaboratori sportivi 2021, un vero disastro

Il Decreto Sostegni, anziché confermare un bonus unico di €800,00, ha disposto tre fasce di indennizzo: a coloro che hanno percepito nel 2019 compensi annuali superiori a 10.000 euro, spetta la somma di 3.600 euro; coloro che hanno percepito nel 2019 compensi annuali superiori compresi tra 4.000 euro e 10.000 euro, spetta la somma di 2.400 euro; coloro che hanno percepito nel 2019 compensi annuali inferiori a 4.000 euro, spetta la somma di 1.200 euro.

In questo modo, però, si vanno involontariamente a penalizzare tutti i lavoratori che hanno iniziato a lavorare in questo settore nel 2019. A fronte di un reddito annuale superiore ai 10.000 euro, non è possibile accedere al bonus, oltre fatto che alla modifica dei criteri è seguito il proliferare una molteplice casistita dinanzi alla quale Sport e Salute è parsa decisamente impreparata.

Ma non è finita. Sport e Salute S.p.A. doveva procedere anche per i mesi di gennaio, febbraio e marzo 2021 ad erogare, in via automatica, l’indennità prevista dalla normativa vigente ai collaboratori sportivi già beneficiari dell’indennità per i mesi precedenti: i collaboratori sportivi che avevano già ricevuto l’indennità per uno dei mesi di marzo, aprile, maggio, giugno, novembre o dicembre 2020 dovevano ricevere una mail contenente il link per confermare, o meno, la sussistenza dei requisiti (riferiti al Decreto Cura Italia e non ai successivi Ristori, da qui l’inghippo nel quale molti sono rimasti incastrati) previsti ai fini dell’erogazione dell’indennità prevista per i mesi di gennaio, febbraio e marzo 2021 compilando l’apposita dichiarazione, cliccando sul link fornito dalla mail e ponendo un “flag” nella maschera. No flag, non bonus. Peccato che molti utenti non hanno ricevuto la mail e non hanno potuto rispettare il termine di decadenza del 7 aprile: in seguito allo tsunami di proteste che ne è derivato, recentemente Sport e Salute ha riaperto i termini fino al 27 aprile.

Coloro le cui domande sono state accettate non hanno comunque ottenuto alcun bonifico a causa del mancato trasferimento di fondi dal MISE a Sport e Salute e solo lo scorso 22 aprile è stato annunciato il via libero ai pagamenti.

Restano però ancora irrisolti casi di conflitto importanti. Come detto sopra, il Decreto Sostegni prevede diversi importi da erogare in funzione di quanto ogni collaboratore ha percepito nel corso dell’anno 2019. Chi ha presentato la domanda a Sport e Salute nella primavera 2020 e ha ricevuto i ristori per i mesi di tale anno non deve presentare una nuova domanda nel 2021, ma solamente confermare la mail che Sport e Salute ha inviato all’ interessato. Questo, però, non permette di apportare alcuna modifica alla domanda originaria del 2020 che faceva riferimento ai redditi del 2019 e così molti utenti hanno inserito unicamente i dati del contratto specifico che si stava presentando e non la somma di tutti i compensi dei vari contratti di collaborazione. Il risultato è quello di rientrare in una fascia di reddito nettamente inferiore a quella reale e di conseguenza vedersi riconosciute indennità non corrispondenti.

Il numero degli utenti che hanno compilato non correttamente è molto rilevante, al pari di coloro che non sono riusciti nei tempi previsti a confermare i requisiti per ricevere l’indennità: quid iuris in questi casi? Il quesito è stato sottoposto alla Sottosegretaria Vezzali, ma ancora non si ha risposta. E su tali interrogativi incombe l’angoscia non solo di vedersi negati i bonus, ma di passare pure per bugiardi con tutto ciò che ne consegue in termini di responsabilità penale, stante l’immancabile avviso in tal senso riportato in calce a ogni domanda di contributo circa le conseguenze in caso di dichiarazioni mendaci.

Lo stesso dicasi sull’altro fronte ancora aperto e irrisolto, ossia quello degli “incoerenti INPS” circa 11500 persone che ancora non hanno ancora ricevuto neppure il contributo relativo agli ultimi mesi del 2020 a causa dell’incongruenza fra i dati comunicati da INPS e quelli dichiarati dai collaboratori sportivi nelle rispettive domande.

Nel mentre, però, le palestre restano chiuse fine a fine maggio, pertanto il Governo dovrà prevedere necessariamente sostegni anche per aprile e maggio con procedura auspicabilmente più smart e soprattutto dovrà ricordarsi di ASD e SSD, poco o niente considerate dal Decreto Sostegni: appare quanto mai miope, infatti, sostenere i “lavoratori” e non i loro “datori di lavoro”.

In conclusione, dopo oltre un anno dall’inizio della pandemia, pare che ci troviamo ancora in una selva oscura di dantesca memoria e che la diritta via sia tuttora smarrita.

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