Concessioni, spiagge libere, spiagge a pagamento e diritti dei bagnanti

Quali sono le regole in tema di concessioni di spiagge e stabilimenti balneari?

Partiamo dicendo che la spiaggia è un bene pubblico che appartiene allo Stato. Spiaggia e lido del mare, per la loro naturale attitudine a soddisfare interessi pubblici, appartengono al demanio pubblico. Dopo la riforma costituzionale del 2001, la loro gestione amministrativa è passata dallo Stato ai singoli comuni. A questi è data la facoltà di concessione delle spiagge a privati per la loro valorizzazione turistica. In ogni caso i poteri dei concessionari si scontrano con il limite invalicabile della libera fruizione da parte dei cittadini della battigia.

Come funziona la procedura di assegnazione di una concessione?

Ad oggi, il nostro ordinamento prevede il rinnovo automatico delle concessioni. Il rinnovo è predisposto in favore del concessionario uscente, cioè sempre nei confronti della medesima impresa. Un sistema di rinnovo automatico delle concessioni può creare situazioni di privilegio nei confronti di chi è già in possesso di una concessione e impedisce di effettuare una selezione imparziale e trasparente dei candidati. La pratica dei rinnovi automatici tende così a falsare la concorrenza, violando i principi della libera concorrenza e della libertà di stabilimento.

L’organizzazione del sistema italiano è in contrasto con la normativa comunitaria in tema di libertà di stabilimento, soprattutto con la disciplina della direttiva n.123 del 2006. Questa direttiva impone alla PA di tenere conto dei principi della trasparenza ed imparzialità mediante l’utilizzo di procedure pubbliche di selezione tra i soggetti interessati.

L’adeguamento alla normativa europea ha condotto ad un sistema di liberalizzazioni prorogando le concessioni in essere fino al 31 dicembre 2020. Da quella data la concessione delle spiagge e del demanio marittimo saranno messe all’asta. Dunque, la selezione imparziale e trasparente  avverrà tra tutti i candidati e non solo tra coloro che gestiscono da tempo lo stesso lido in forza di rinnovi automatici. Si aprirà, quindi, una gara nella quale potranno risultare vincitori in base a determinati requisiti e criteri, sia i concessionari abituali che le nuove imprese specializzate nel settore.

Qual è la normativa che regola l’uso delle spiagge?

La definizione di battigia afferma che è “quella parte di spiaggia contro cui le onde si infrangono al suolo, che si estende per circa cinque metri dal limitare del mare”. Questo vale sempre, a eccezione delle spiagge di ampiezza inferiore a 20 metri per le quali l’estensione della battigia può essere ridotta fino a tre metri.

Riguardo a quest’area della spiaggia, la legge prevede che l’accesso alla battigia sia sempre libero e gratuito. Questo significa che il privato può accedere liberamente senza il pagamento di alcun pedaggio ma non può occupare la parte di battigia con asciugamani e ombrelloni.

Se si decide di usufruire dei servizi messi a disposizione di uno stabilimento balneare, noleggiando ombrelloni e sdraio, questo avviene esclusivamente dietro pagamento. Per quanto riguarda il prezzo da applicare vige il libero mercato. La normativa prevede semplicemente che l’importo debba essere adeguato al servizio offerto. Pertanto la valutazione spetterà all’utente che dovrà ricevere uno standard minimo come ad esempio l’uso delle docce, dei bagni, degli spogliatoi, la pulizia della spiaggia, dei contenitori per la raccolta differenziata e soprattutto un adeguato servizio di sicurezza e di salvamento con mezzi idonei e personale provvisto di brevetto.

Uno stabilimento non può mai richiedere il pagamento per il raggiungimento dell’acqua, così come per il passaggio e lo stazionamento sopra la battigia. Nessun concessionario privato potrà impedire le attività in quest’area della spiaggia, o posizionare oggetti ingombranti come ombrelloni, lettini o sdraio, perché deve essere garantito il libero passaggio. La questione è regolamentata autonomamente da regioni e comuni, che possono autorizzare la sosta temporanea sulla battigia, a patto che non intralci il passaggio delle persone

L’arbitrario divieto o la richiesta di somme di denaro, da parte del titolare della concessione, per l’accesso al mare rappresentano un abuso che deve essere segnalato alle autorità competenti.

La disciplina prevede, inoltre, che gli stabilimenti debbano essere intervallati da spiagge libere, senza che queste vengano relegate a zone meno suggestive o ad aree periferiche del litorale. Infine deve esserci un’adeguata proporzione tra le spiagge in concessione e gli arenili direttamente fruibili. Anche sulle spiagge libere deve essere presente il servizio di salvamento e la segnalazione di pericolo alle quali dovrà provvedere il comune.

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