La class action, tanto desiderata dai consumatori, tanto minacciata da associazioni dei consumatori e da studi legali contro produttori, venditori ma anche banche e chi più ne ha più ne metta, forse è giunta a quella tanto invocata riforma che potrà renderla uno strumento veramente efficace nella tutela dei diritti violati in maniera massiva. È infatti in discussione alla Camera proprio in questi giorni il nuovo testo sul quale si stava lavorando da tanto, anzi troppo, tempo. L’obiettivo è quello di estendere tale strumento anche ad altre casistiche oltre a quelle oggi previste dal Codice del consumo e di renderlo uno strumento accessibile ai più proprio perché non resti solo uno strumento enunciato nel codice ma divenga un presidio di giustizia e legalità.
Class action: finalmente realtà?
In primis, se la riforma passerà, lo strumento della class action non sarà più disciplinato dal Codice del consumo come lo è ora ma dal codice di procedura civile. Cio’ dunque permettera’ di non applicare l’istituto solo a controversie tra consumatori e professionisti ma anche a tutti coloro che vantano un diritto ad ottenere un risarcimento per illeciti rispetto ai quali esiste un’omogeneita’ dei diritti tutelabili. Il procedimento invece, secondo la nuova versione, sarà articolato in tre fasi avanti al Tribunale delle imprese e si concluderà con un decreto del giudice delegato che liquidera’ le somme spettanti agli aderenti alla classe in base a quanto accertato nella fase di merito.
Ma il punto centrale della riforma sta proprio nel campo di applicazione della class action che sino ad oggi ha fatto si’ che fosse praticamente uno strumento morto, con pochissimi e ininfluenti risvolti applicativi. L’azione potrà essere promossa a tutela delle situazioni soggettive maturate a fronte di condotte lesive, per l’accertamento della responsabilità e la condanna al risarcimento del danno e alle restituzioni. Si darà poi la possibilità di aderire alla class action da parte dei soggetti che ne hanno titolo per ottenere il risarcimento entro i 180 giorni successivi alla pronuncia di accoglimento. Molte altre saranno ancora le novità nel caso in cui dovesse essere approvata la nuova norma.
… e dunque che dire? …incrociamo le dita e confidiamo che presto il nostro sistema possa avere una class action che possa dare risposta alle esigenze dei più e che divenga strumento per un mercato virtuoso.