Pochi giorni dopo la notizia di una sanzione ad Eni Gas e Luce (1.800.000 €) per comportamenti vessatori ed aggressivi verso i clienti un’altra notizia è destinata a fare clamore in Friuli – Venezia Giulia. Un avvocato operante nel monfalconese ha trattenuto nel tempo per sè le somme recuperate proprio per ENI. Utilizzandole per fini privati….
Proviamo a fare il punto della situazione che coinvolge centinaia di migliaia di utenti della nostra Regione. Saranno legate queste cose? Corrispondono i tempi di intervento della magistratura?
Nel Provvedimento AGCM del 5 luglio 2018 si spiega in 35 pagine la sostanza delle ragioni che fondano l’irrogazione della sanzione ad Eni.
In una 30na di punti e sei tipologie di comportamenti anomali, si descrivono le pesanti criticità che l’Autorità ha accertato nella gestione delle istanze tra ENI e consumatori. In uno di questi punti si descrive esplicitamente:
- Procedure di recupero crediti, minaccia di distacco e sospensione delle forniture di gas e/o energia elettrica utilizzando operatori esterni, anche senza una preventiva messa in mora della posizione…e qui il pensiero va al caso dell’avvocato del goriziano di cui sopra…
Comunque nello specifico della sanzione comminata al gestore energetico all’esito del procedimento avviato dall’Autorità garante della Concorrenza e del Mercato su segnalazione di numerosi cittadini e di alcune associazioni dei consumatori si trova di tutto:
- Autoletture comunicate, ma soppresse o non registrate.
- Difficoltà di comunicazione ed incomprensione con i call center di assistenza.
- Riscontri incoerenti ai reclami dei consumatori.
- Rettifiche mancate tardive o errate, anche molto tempo dopo la risoluzione del contratto.
- Conguagli nei confronti di molti clienti, alcuni dei quali cessati anche da anni, anche inclusivi di importi prescritti.
- Conguagli pluriennali.
- Richieste di pagamento anomale e basate unicamente su stime di consumo.
- Sovrastima o sottostima del prelievo annuo.
- Mancati monitoraggi e controlli dei contatori ed in generale dei dati di consumo normali ed anomali.
- Mancata o ritardata restituzione di importi non dovuti.
- Difficoltà di comprendere e verificare la fondatezza degli importi richiesti.
- Palesi errori di fatturazione con calcoli errati.
- Incomprensioni tra uffici interni ENI di gestione e riscossione.
- Minaccie di azioni legali, malgrado il rispetto dei termini di pagamento.
- Numero di contatore ed indirizzo diversi da quelli utilizzati in bollette precedenti.
- Mancata adozione di procedure per la prevenzione di fatture di importo elevato.
Le giustificazioni di Eni sono basate sul fatto che i ricorrenti sono una esigua minoranza, meno dell’1% della clientela (dice poco 40000 posizioni?) e che le stesse sono esponenzialmente in calo nell’ultimo anno.
Di queste Eni ha riconosciuto la prescrizione di quanto asseritamente dovuto in misura pari al 70-100% delle richieste gestite (fossero il 100% il problema non si porrebbe).
Molte criticità ed errori sarebbero dovute ad una sostituzione massiva dei contatori avvenuta in questi anni (cosa che evidentemente non vale per altri gestori…).
Spesso la causa della mancata lettura è da imputare al “distributore” al quale ENI ha spesso sollecitato inerventi.