Bonus Ristori Sostegni: Conte VS Draghi

LA SELVA OSCURA DI BONUS, RISTORI E SOSTEGNI

Nelle intenzioni del Governo Conte prima e Draghi poi, i miliardi stanziati sotto forma di bonus, ristori e sostegni dovevano servire a sostenere le varie categorie colpite dalla pandemia.

Purtroppo l’imprecisa tecnica legislativa e la patologica burocrazia che attanagliano l’Italia oramai da decenni, il tutto aggravato da continue FAQ e circolari talvolta contraddittorie che costringono i consulenti a un estenuante sovraccarico di lavoro per cercare di decifrarle correttamente, hanno sancito il flop di molti aiuti.

Se i vari Ristori di Conte facevano perno sulle perdite subite nelle mensilità di chiusura e sul codice ATECO, con il risultato di lasciare escluse molte attività, soprattutto partite iva, autonomi e professionisti, costringendo così il Governo a continui correttivi o le Regioni a colmare le lacune, i sostegni di Draghi si sono concentrati sul fatturato suddividendo i sostegni in 5 fasce di reddito alle quali applicare un’aliquota di aiuti differenti, escludendo dai benefit tutti coloro che non abbiano registrato perdite superiori al 30% nell’intero anno 2020 rispetto al 2019.

Tirando le somme, volendo aumentare la platea dei beneficiari, il risultato è stato che i sostegni di Draghi sono risultati inferiori ai ristori di Conte.

Analizzando complessivamente i fondi stanziati dal Governo tra il 2020 e il 2021, un recente dossier di Consumerismo No Profit ha rilevato che dei 9,3 miliardi erogati per i vari bonus, le famiglie hanno speso solo 1,2 miliardi (il 12,9%): un flop causato per lo più dalle incomprensibilmente complesse procedure per ottenerli. Prova ne siano i gironi infernali necessari per ottenere lo Spid, i crash dei sistemi causati dal click day per il bonus mobilità, il rigetto dei device verso l’app “IO” per ottenere i bonus vacanze, fra l’altro spesso rifiutati da molte strutture ricettive perché queste avrebbero dovuto fornire al cliente le password del loro cassetto fiscale sul sito dell’Agenzia delle Entrate.

Si sono rivelati un flop anche gli incentivi all’acquisto tramite il cashback, ossia il rimborso delle spese eseguite tramite carte e bancomat, e la lotteria degli scontrini: un fallimento di gradimento per la seconda (richieste solo dal 6% dei clienti) e un fallimento nel raggiungere gli obiettivi il primo, perchè il meccanismo ha facilitato i “furbetti” anziché i reali beneficiari.

Si salva solo l’ecobonus, anche se è ancora presto per fare un bilancio, considerato che se c’è stato un boom di domande, bisognerà attendere l’esito delle risposte e la verifica in concreto dei risultati.

Nel prossimo articolo ci focalizzeremo sui benefici arrivati………. alle attività sportive!

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