E’ notizia di qualche giorno fa che la Guardia di Finanzia ha concluso un’importante operazione che ha portato alla disattivazione del più importante network internazionale di diffusione pirata di piattaforme televisive a pagamento. Nello specifico, facciamo riferimento alla piattaforma IPTV illegale Xtream Codes che permetteva a circa 5 milioni di utenti abusivi in Italia di fruire di trasmissioni criptate, visibili lecitamente solo con specifici abbonamenti alla pay tv.
Tramite la tecnologia IPTV (Internet Protocol Television), ovvero il sistema che permette di guardare i canali televisivi sfruttando il protocollo TCP/IP di una connessione internet, i malfattori si garantivano la possibilità di guardare i canali dei maggiori operatori, da Sky a Dazn a Netflix a Infinity, a prezzi stracciati. Concretamente è sufficiente entrare in possesso di quello che gergalmente viene chiamato “pezzotto”, ossia un decoder connesso al televisore che, sulla base della tecnologia IPTV, riceve il segnale da vere e proprie centrali operative, spesso raggruppate in magazzini o nelle case stesse dei gestori del servizio, al fine di porre in essere la pratica illecita sopraindicata. Xtream Codes, creata da due cittadini greci, permetteva, dunque, agevolmente la trasformazione in dati informatici dei flussi audiovisivi coperti da copyright. I membri dell’organizzazione predisponevano e gestivano all’estero idonei spazi informatici attraverso i quali ritrasmettevano i segnali su larga scala, anche in Italia.
La notizia dell’operazione è stata accolta con entusiasmo dagli operatori del settore. Infatti sono migliaia le persone che hanno perso il posto di lavoro, in Europa, a seguito alle crisi aziendali indotte dal sistema smantellato. In particolare i vertici della Lega Calcio Serie A hanno testimoniato la loro particolare soddisfazione per il blitz della Guardia di Finanzia, aggiungendo che l’intera Lega non farà mai mancare il suo sostegno e la sua collaborazione. Infatti, è bene ricordare che l’intero movimento calcistico risulta uno dei maggiori penalizzati dalla pirateria televisiva, siccome la maggior parte dei propri introiti deriva dalla commercializzazione dei diritti audiovisivi, alla quale partecipano i maggiori operatori delle pay tv. Pertanto, un calo degli abbonati, a causa dell’espandersi dell’illecito, incide inevitabilmente sui profitti dell’intera Lega e, quindi, a cascata, danneggia inesorabilmente la posizione di quei consumatori che hanno deciso di vedere lecitamente le manifestazioni sportive.
Ma quali sono i rischi per l’utente medio che ha installato il software pirata? Nel dettaglio la legge sul diritto d’autore punisce con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da € 2.582.29 a € 25.822.86 chiunque a fini fraudolenti utilizza apparati o parti di apparati atti alla decodificazione di trasmissioni audiovisive ad accesso condizionato effettuate via etere, via satellite, via cavo, in forma sia analogica sia digitale. Dunque, anche il semplice fruitore finale rischia una sanzione penale, oltre che il risarcimento da corrispondere alla pay tv.
Il problema sta nel fatto che l’utente finale frequentemente non percepisce la gravità del sistema. Ciò perché generalmente si tende a sottovalutare che un semplice click del mouse sia sufficiente a commettere un illecito, ma anche perché si ritiene che le forze dell’ordine intervengano raramente a controllare il settore.
L’operazione posta in essere dalla Guardia di Finanzia smentisce tali errate convinzioni popolari. Molto spesso con le scorciatoie e le furbizie, soprattutto se illecite, non si crea nulla di buono.
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dr. Mattia Zuccolo