Le CRIPTOVALUTE SONO UNA TRUFFA?
Una delle truffe finanziarie più di moda ad oggi è quella legata alle criptovalute, tra le quali, i Bitcoin.
L’argomento delle monete virtuali è di assoluto interesse anche alla luce dei racconti circa gli elevati rendimenti che porterebbero al nostro e-wallet.
Purtroppo però molti di coloro che si avvicinano per la prima volta al mondo delle monete virtuali non hanno le idee chiare, forse per poca informazione, forse per la confusione che regna in rete.
La “questione Bitcoin”, dunque, non è di per sé una truffa ed esiste effettivamente un progetto sul punto. A fare la differenza, però, sono i canali scelti per investire perché di truffe legate ai Bitcoin ce ne sono migliaia ed in forte aumento ogni giorno.
È importante dunque sottolineare che è possibile investire in Bitcoin utilizzando piattaforme autorizzate e regolamentate dalle autorità di vigilanza finanziaria europee e con registrazione CONSOB che va a monitorare l’operato di questi enti.
In ogni caso, per quanto riguarda le criptovalute, è importante sapere che le monete virtuali non hanno corso legale in quasi nessun angolo del pianeta e dunque l’accettazione come mezzo di pagamento è su base volontaria; altresì non sono regolate da enti centrali governativi, ma sono generalmente emesse e controllate dall’ente emittente secondo regole proprie, a cui i membri della comunità di riferimento accettano di aderire;
Molto interessanti sul punto le considerazioni delle Autorità europee di vigilanza che hanno rilevato le attuali criticità circa le criptovalute.
La natura relativamente anonima delle valute
digitali li ha resi molto attraenti per i criminali, che potrebbero
utilizzarli per riciclaggio di denaro sporco e altre attività
illegali o truffe.
I rischi per la gestione della politica
monetaria e la stabilità finanziaria sembrano, invece, del tutto
improbabili, considerata la loro attuale esigua diffusione.
Ma quali sono i rischi legali per il consumatore?
L’assenza di un quadro giuridico preciso
determina l’impossibilità di attuare un’efficace tutela legale e/o
contrattuale degli interessi degli utenti, che possono, pertanto,
trovarsi esposti a dover subire ingenti perdite economiche, ad
esempio in caso di condotte fraudolente, fallimento o cessazione di
attività delle piattaforme on-line di scambio presso cui vengono
custoditi i portafogli digitali personali (i
cosiddetti e-wallets).
In un contesto di assenza di
obblighi informativi e di regole di trasparenza, le piattaforme di
scambio sono altresì esposte a elevati rischi operativi e di
sicurezza: esse, infatti, a differenza degli intermediari
autorizzati, non sono tenute ad alcuna garanzia di qualità del
servizio, né devono rispettare requisiti patrimoniali o procedure di
controllo interno e gestione dei rischi, con conseguente elevata
probabilità di frodi ed esposizione al cybercrime.
Sussistono,
inoltre, rischi di controparte, di mercato, di liquidità e di
esecuzione. Priva di ogni garanzia è d’altronde la futura
possibilità di un’immediata conversione dei bitcoin e delle altre
criptovalute in moneta ufficiale a prezzi di mercato.
Trattandosi di un modo in evoluzione e connotato da una particolare difficoltà tecnica e dall’assenza di regole e responsabilità specifiche, non possiamo che rilevare come l’investimento in criptovalute non sia all’appannaggio di tutti e che sia sempre necessario affidarsi a professionisti con adeguate competenze ed esperienze nel settore. Dunque un avvertimento: i buoni investimenti non vengono certamente offerti al pubblico indiscriminatamente….il mondo sarebbe troppo bello! Dunque state allerta e diffidate da chiamate provenienti dall’estero o da proposte di investimento in bitcoin quali Amazon Profit poiché si tratta delle truffe degli ultimi giorni.